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Rifiuti di centri estetici e parrucchieri: quanta burocrazia?

Anche quando si tratta di rifiuti prodotti da centri estetici e parrucchieri, muoversi fra gli intricati nodi della burocrazia può essere un fatto molto complicato.

Soprattutto per quanto riguarda le delicate fasi di smaltimento.

Negli anni, sono state tante le normative finalizzate a garantire una sicura tracciabilità nella produzione e lo smaltimento dei rifiuti; questo anche per istituzionalizzare comportamenti sempre più ecosostenibili e rispettosi dell’ambiente.

Per quanto riguarda il settore del benessere -parrucchieri, centri estetici, laboratori di tatuaggi- l’iter è stato enormemente semplificato.

Ma com’è stato possibile arrivare a questo?

Vediamolo insieme in quest’articolo.

Rifiuti di centri estetici e parrucchieri: perché ci preoccupiamo tanto?

Fra i rifiuti prodotti da centri di benessere e parrucchieri ve ne sono sia di indicati come speciali sia da considerarsi come potenzialmente infettivi.

Quando si tratta di rifiuti appartenenti a questa tipologia, bisogna seguire una particolare prassi: in merito alla tracciabilità -documentazione da compilare da parte del produttore, ecc- e anche rispetto allo smaltimento, operazione che deve avvenire in speciali centri.

Il mancato rispetto di queste procedure potrebbe comportare il ricorso a gravi sanzioni.

I rifiuti speciali di centri estetici e parrucchieri: un grave danno ambientale

Oltre che per l’impatto ambientale negativo di certi rifiuti, la rigidità della normativa -e delle misure prese in merito ai rifiuti speciali- è data soprattutto da un complicato quadro di illegalità che sottende a questa situazione.

Molte le discariche abusive che operano nel nostro Paese e tanta l’impotenza da parte dello Stato nel misurare con efficacia questo fenomeno.

Centri estetici e parrucchieri non sono esenti dalla produzione di rifiuti capaci di cagionare gravi danni.

Rifiuti cosmetici e da taglio

Accanto alla produzione di rifiuti sanitari a rischio infettivo -aghi e lamette- strumenti impiegati largamente in questo settore, troviamo quelli cosmetici.

Qualsiasi composto o liquido capace di aromatizzare, detergere, rassodare o modificare una o più parti del corpo è da ritenersi cosmetico.

Profumi e cosmetici sono sempre stati un caposaldo della nostra cultura e cura del corpo.

Largamente utilizzati nell’antico Egitto, essi erano ricavati essenzialmente da prodotti naturali; la loro lavorazione tramandata in forma orale, di generazione in generazione, con un rispetto per la tradizione e la composizione che aveva quasi una natura artigianale.

Nella società di oggi, dove l’industria del benessere è di fatto una delle più proficue, metodi di lavorazione sempre più rapidi e industriali hanno permesso la produzione di massa di questi prodotti.

Tali tecniche prevedono l’utilizzo di agenti chimici potenzialmente inquinanti per l’ambiente: soprattutto se rilasciate nelle acque reflue.

La burocrazia in merito ai rifiuti prodotti nei centri estetici può essere complicata: nella foto una donna intenta a gettare bottiglie vuote di cosmetici nella spazzatura.

La tracciabilità dei rifiuti inizialmente non bastava

Inizialmente l’iter burocratico previsto per le aziende nella documentazione dei rifiuti prodotti implicava la compilazione di un registro di carico e scarico, il formulario di identificazione e, infine, il MUD: modello unico di dichiarazione ambientale.

Un sistema, però, che si è rivelato fallimentare, dal momento che la produzione di rifiuti aziendali correva in modo decisamente più rapido rispetto alla documentazione esibita.

I dati relativi ai rifiuti speciali arrivavano infatti con un ritardo di due, tre anni, che non consentiva l’elaborazione di politiche ambientali efficaci.

Il Sistri

La svolta arriva con il Sistri, istituito con il DM 17/12/2008.

Un metodo di tracciabilità dei rifiuti speciali basato su un sistema elettronico, il quale, in tempo reale, registra gli obblighi e le scadenze di tutte le aziende e gli enti che producono, trattano o trasportano rifiuti speciali.

Le aziende aderiscono al sistema, mentre il circuito viene gestito dal Comando dei Carabinieri per la tutela dell’ambiente.

In dotazione alcuni strumenti all’avanguardia che rendono più efficace il monitoraggio:

  • Dispositivo USB per la trasmissione sicura e immediata dei propri dati;

  • Black box, dispositivo elettronico installato su tutti i mezzi di trasporto rifiuti al fine di monitorarne il percorso.

Burocrazia rifiuti prodotti da centri estetici: Iter semplificato

Per quanto ambizioso, il sistema Sistri è stato definitivamente abolito nel 2018, ponendo fine a un sistema che era forse sin troppo rigoroso per essere esteso anche a categorie come artigiani e centri estetici.

La gestione documentale dei rifiuti da parte dei centri estetici è stata, inoltre, resa ancora più semplice con la norma contenuta nel Collegato ambiente del gennaio 2016.

Non servono più MUD, registro di carico e scarico merci e il formulario di trasporto rifiuti; ma soltanto la compilazione di quest’ultimo documento.

Burocrazia rifiuti prodotti da centri estetici: non per tutti vige la stessa legge

Il motivo di questa semplificazione sarebbe il ridotto impatto che i rifiuti prodotti dalle aziende di benessere avrebbero sull’ambiente.

Tuttavia, non per tutti i rifiuti vige la stessa regola.

Se è vero che per i rifiuti speciali pericolosi i titolari dei centri di benessere sono esenti dalla compilazione del registro di carico e scarico, questo non vale per i rifiuti a rischio infettivo come aghi e rasoi.

È dovere del titolare rivolgersi agli appositi centri dove lo smaltimento avviene tramite termodistruzione.

Non sono considerati a rischio infettivo batuffoli di cotone usati e lenzuolini monouso.

I formulari di trasporto, essendo soggetti al controllo delle autorità, vanno conservati in sede e sottoposti alla vidimazione della Camera di commercio.

In base al Decreto del 2016, i rifiuti infettivi vanno conservati in appositi contenitori utilizzati per i rifiuti ospedalieri.

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