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Imparare a riconoscere i rifiuti pericolosi

In una società sempre più green, avere coscienza che siamo tutti responsabili della produzione di rifiuti pericolosi può essere un passo importante da cui partire: bisogna imparare a riconoscere questo tipo di rifiuti.

Non tutti, infatti, ma gran parte dell’opinione popolare ritiene che i rifiuti pericolosi siano un fatto che riguardi soltanto le produzioni industriali.

Be’, non è esattamente così.

Rifiuti contenenti sostanze pericolose possono avere origini civili e industriali; ma andiamo piano e cerchiamo di capirne di più.

Rifiuti pericolosi: origine civile e industriale

Alla base di ogni rifiuto, c’è la dicotomia fra rifiuti speciali e urbani, che già abbiamo affrontato in altri articoli.

In questa dicotomia, più che per la loro natura, i rifiuti sono distinti in base alla loro provenienza.

Se i rifiuti urbani hanno un’origine civile, quelli speciali trovano origine da stabilimenti industriali.

Tuttavia vi è ancora un’altra distinzione, che verte sulla natura stessa del rifiuti: quella fra rifiuti pericolosi e non pericolosi.

In questo caso, la provenienza è indifferente.

Tutti noi, industriali o privati cittadini, possiamo produrne; ed è quindi importante imparare a riconoscere un rifiuto pericoloso.

Perché è importante imparare a riconoscerli?

Saper riconoscere i rifiuti pericolosi è importante, in primis, per la responsabilità che noi tutti condividiamo nei confronti dell’ambiente.

Quelli pericolosi sono rifiuti composti di sostanze e materiali suscettibili di un impatto molto negativo con l‘ambiente in cui viviamo.

Per questo, il loro smaltimento è rigidamente normato: sia per quanto riguarda le aziende sia i cittadini.

Abbandono di rifiuti pericolosi

Comportamenti poco virtuosi come l’abbandono di rifiuti assumono un peso ancor più negativo quando si tratta di rifiuti pericolosi.

Fatti di cronaca come la Terra dei fuochi in Campania e l’amianto del Monferrato dovrebbero farci riflettere.

Il problema dello smaltimento illegale è, nonostante le numerose battaglie, ancora molto grave nel nostro Paese.

Proprio per questo sono state stabilite pene esemplari per chiunque abbandoni rifiuti pericolosi presso discariche abusive o ambienti con ecosistemi fragili.

Il secondo comma dell’articolo 256 del Testo unico ambientale, e il 34 del DL n 205/2010, stabiliscono delle sanzioni pecuniarie che vanno da 300 a 3000 euro.

In un contesto di illegalità così capillare, rimane però difficile individuare i veri responsabili di queste azioni.

È importante imparare a riconoscere i rifiuti pericolosi: nell'immagine, un ricercatore in tuta protettiva che raccoglie i rifiuti in un'area a rischio biologico.

L’etichettatura dei rifiuti speciali

Proprio per questo, sia la fase di smaltimento che quella preparatoria sono, in ambito aziendale, sottoposte a rigida normazione.

I rifiuti speciali pericolosi sono marcati con un’etichettatura speciale, detta codice CER, che ne indica le caratteristiche.

Come funziona il codice CER?

Il codice CER non è altro che una sigla di sei cifre così composta:

  • i primi due numeri indicano la provenienza;
  • i secondi l’attività produttiva che li ha generati;
  • gli ultimi contrassegnano il tipo di rifiuto generato.

Per distinguere i rifiuti pericolosi da quelli non pericolosi, il codice CER dei primi è sempre seguito da un *.

Ogni rifiuto speciale pericoloso possiede il suo relativo codice CER.

Il codice 010407*, per esempio, indica i rifiuti contenenti sostanze pericolose che derivano da trattamenti fisici e chimici di minerali non metalliferi.

Produzione rifiuti pericolosi: riguarda tutti

È chiaro che la produzione di rifiuti pericolosi concerna maggiormente le attività produttive, soprattutto quelle di una certa natura; ma questo non deve farci pensare che non ve ne siano di origine civile.

Pensiamo, ad esempio, a tutte le pile esaurite, medicinali e cosmetici scaduti, elettrodomestici o vetture da sottoporre a rottamazione.

Riconoscere i rifiuti speciali pericolosi

Come vedete, sia in ambienti industriali che in abitazioni civili, la produzione di rifiuti è un fatto semplicissimo.

L’impatto di questi rifiuti sull’ambiente è sicuramente molto negativo; tuttavia esistono varie classi di pericolosità che ci fanno capire come questa negatività si manifesti sull’ambiente.

  • Carburente: In contatto con l’ossigeno, questi rifiuti possono provocare la combustione con materiali esterni.

  • Ecotossico: a forte impatto per l’ambiente.

  • Esplosivo: reazioni chimiche avverse possono generare gas con temperature e pressioni pericolose per ambienti e persone.

  • Sensibilizzante: contenente sostanze irritanti per la pelle e l’apparato respiratorio.

  • Infiammabile: di natura solida, liquida o gassosa.

  • Liberazione di gas a tossicità acuta: libera gas tossici in contatto con acqua e acido.

  • Irritante: causa irritazioni a occhi e pelle.

  • Mutageno: può cagionare la mutazione genetica di una cellula.

  • Nocivo: tossico per inalazione o contatto.

  • Teratogeno: nocivo per la fertilità.

  • Tossico: se bevuto, inalato o iniettato può essere nocivo.

  • Infettivo: con presenza di microrganismi o tossine nocive per l’uomo.

  • Cancerogeno: può causare cancro.

  • Corrosivo: potrebbe corrodere la pelle.

È chiaro che la produzione di rifiuti a rischio infettivo sia molto diffusa in ambienti ospedalieri, ma questa è presente anche in realtà come centri estetici, parrucchieri e studi per tatuaggi, oltre che nei cimiteri con rifiuti da sepoltura, esumazione e tumulazione.

Oli esausti, fitofarmaci e materie plastiche possono essere prodotte in aziende agricole, mentre toner e cartucce per stampanti, oltre che in luoghi aziendali, sono prodotti in grandi quantità anche nelle abitazioni private.

Giove Logistica

Anche tu hai un’azienda e non sai a chi affidare la gestione dei tuoi rifiuti speciali?

Possiamo occuparcene noi di Giove Logistica.

Da anni, lavoriamo in questo campo, offrendo alle aziende tutta la nostra professionalità.

Qui la lista dei rifiuti speciali di cui ci occupiamo.

Che aspetti quindi a contattarci?